La Cappella Pappacoda, dirimpetta all'Istituto Orientale in piazza S.Giovanni Maggiore Pignatelli, fu fatta costruire nel 1415 da Artusio Pappacoda, nobile del Seggio di Porto; Siniscalco del re Ladislao e coppiere maggiore di Giovanna II.
Di stile gotico, la Cappella a pianta rettangolare, fu completamente ristrutturata nel 1772. Ben poco ? rimasto di questo raro gioiello all'interno. Conserva solo monumenti funerari del XV e XVI secolo, il grande altare maggiore del XVII secolo e alcune tracce dell'originale decorazione ad affresco tardo-gotico. All'esterno caratterizzato dal tufo giallo il grandioso portale ogivale in marmo, ricco di elementi scultorei e decorativi, attribuito ad Antonio Baboccio da Piperno.
Si noti sopratutto la figura del San Michele sulla cuspide pi? alta al centro. Ai lati vi sono due altissime guglie costituite da una collana sostenuta da un leone. Sul baldacchino una statua e lo stemma della famiglia Pappacoda.
Sul fianco della cappella, il campanile forse dello stesso Baboccio, esempio raro di torre campanaria dell'inizio del '400, ha conservato le originarie caratteristiche gotico-durazzesche.
Caratteristiche le finestre, all'ultima dei quattro piani un bel fregio di colonnine di marmo su piccole mensole che reggono degli archetti a sesto unico. Alcuni reperti incastrati nelle pareti della torre si fanno risalire all'epoca greco-romana.
Purtroppo l'opera ha subito spoliazione all'interno e danni all'esterno. Da qualche anno si ? provveduto alla recinzione con un alto cancello. Quello che rimane ? comunque stupefacente per la sua bellezza.
La Cappella si trova nei pressi di via Mezzocannone, la zona universitaria nel centro storico della citt? ed ? visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 12,30 eccetto la domenica. La custodia ? affidata al vicino Istituto Orientale che spesso la utilizza per stages e per la discussione delle tesi di laurea.
A poca distanza dalla Cappella, in piazzetta Banchi Nuovi, si pu? ammirare un caratteristico chiosco in marmo bianco di acquafrescaio, ripreso in vari film di ambientazione napoletana, costruito oltre un secolo fa e gestito dall'anziana proprietaria che si rammarica per il mancato interessamento da parte del Comune e della Sovrintendenza ai Monumenti per il recupero della sua "Banca dell'acqua", danneggiata da un'auto e dai vandali che cercano di asportare pezzi antichi di marmo.