Castel Nuovo

L'arco di trionfo
La fossa dei coccodrilli

      

Dove ora sorge Castel Nuovo, chiamato anche Maschio Angioino, costruito nel tredicesimo secolo da Carlo I d'Angiò, esisteva una chiesa, Santa Maria ad Palatium dell'ordine dei Francescani.

Abbattuta la chiesa e fatti trasferire i frati nel complesso di Santa Maria La Nova, il re Angioino affidò la costruzione del nuovo castello a due valenti architetti francesi.

Fin dall'inizio esso venne chiamato "Castrum Novum" per distinguerlo da quelli dell'Ovo e Capuano. Durante il regno di Roberto d'Angiò il castello divenne centro di cultura dove soggiornarono artisti,medici e letterati fra cui Giotto, Petrarca e Boccaccio.



      Agli Angioini successero gli Aragonesi con Alfonso I, che seguendo la scelta dei predecessori, fissò la sua dimora reale in Castel Nuovo iniziandone i lavori di ricostruzione e facendo innalzare all'esterno, fra la Torre di Mezzo e quella di Guardia, il grandioso Arco di Trionfo per celebrare il suo vittorioso ingresso nella città di Napoli.

      Attualmente il complesso viene destinato ad uso culturale ed è, tra l'altro sede del Museo Civico. L'itinerario museale si articola tra la Cappella trecentesca Palatina o di Santa Barbara, che si apre sul quattrocentesco cortile; il primo ed il secondo piano della cortina meridionale a cui si aggiungono la Sala Carlo I e la Sala della Loggia.

      Sulla sinistra del cortile la Sala dei Baroni, cosi chiamata perchè in questa sala Ferrante I fece arrestare e poi giustiziare i baroni che avevano congiurato contro di lui.

      La sala, dove oggi si svolgono le sedute del consiglio comunale, è un vero gioiello di architettura. Alta una trentina di metri presenta una copertura a costoloni, i quali partendo dal centro, si congiungono elegantemente alle solide mura perimetrali.

      Il primo colpo d'occhio entrando in Castelnuovo, l'Arco di trionfo, ritenuto dagli esperti una delle più belle opere del Rinascimento italiano.

      Al centro dell'opera le statue della Virtù la Giustizia, La Temperanza, la Fortezza, e la Prudenza. Con l'Arcangelo Gabriele in atto di colpire il demonio.

      Recenti scavi effettuati nel sottosuolo del Castello hanno portato alla luce sepolture medioevali, materiale ceramico di epoca angioina e aragonese nonchè, numerosi frammenti d'intonaco dipinto che gli esperti ritengono si tratti di pezzi di affresco realizzato da Giotto per la cappella segreta di Roberto d'Angiò oppure di altri ambienti che l'artista fiorentino dipinse nel castello nel suo lungo soggiorno a Napoli (1328-1333).

      I sotterranei sono formati da due ambienti posti nello spazio sottostante alla Cappella Palatina: l'uno chiamato "fossa del miglio" ma conosciuto come "fossa del coccodrillo", l'altro denominato "prigione della congiura dei Baroni". La leggenda narra che a sfamare i coccodrolli, erano gli amanti della Regina Giovanna, che dopo l'incontro se ne sbarazzava attraverso una botola.

      


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Napoli, 16/01/2013 ore: 13.50