 | Nuova luce nel grandioso chiostro di Santa Chiara. Uno dei luoghi più suggestivi e carico di storia della città, é stato completamente illuminato con luci soffuse che danno maggiore risalto alle magnifiche maioliche policrome che adornano i settantadue pilastri a forma ottagonale, le arcate ogivali, i sedili dei quattro viali e il gazebo dell'antico orto delle Clarisse, ora dei frati minori. Si é lavorato per quaranta giorni per stendere centoquarantatre chilometri di fibra ottica e dieci chilometri di cavi. Si é trattato di un lavoro certosino con punte di un sottilissimo trapano per non danneggiare le maioliche e i muri di piperno. Sono stati impiantati cinquanta fari con lampade a scarica, venti fari di tipo alogeno, sessantadue illuminatori. |
Ricordando le raccomandazioni del cardinale Gasparri che nel 1923 in nome di Pio XI si rivolgeva ai vescovi confidando: "Che gli impianti siano accuratamente studiati ed eseguiti da persone tecniche e competenti affinché risultino non soltanto decorosi e ben intonati all'austera bellezza dei sacri edifici, armonizzati col loro stile e scevri da ogni volgarità e teatralità, ma offrano altresì piena garanzia di sicurezza", l'ing. Giuseppe Bruno, responsabile dei lavori ha dichiarato: "Non é stato facile trovare i giusti colori e gli equilibri per un'opera cosi importante". "Abbiamo scelto - ha aggiunto - un intervento non invasivo per illuminare affreschi e maioliche e garantisse la stessa luce che offrivano un tempo fiaccole e torce". Si é lavorato di buona lena, per essere pronti per lunedì 6 ottobre in concomitanza con il 105 convegno della Società Italiana di Chirurgia che ha contribuito economicamente insieme al San Paolo Banco di Napoli, la Gesac e la Camera di Commercio all'evento e a sessant'anni dal bombardamento (1944) e a cinquant'anni (1953) dalla sua riapertura al pubblico, dopo i lavori di restauro.
Il Chiostro fu trasformato in epoca barocca, in forma di giardino per opera di Domenico Antonio Vaccaro nel 1742, ed altre trasformazioni ha subito per gli eventi del 1943. Gli archi e i pilastri sono d'epoca trecentesca. Le maioliche rappresentano sui sedili, scene agresti e mitologiche, mentre i pilastri sono, invece decorati con tralci di vite e glicine. Sulle pareti degli ambulacri vi sono affreschi seicenteschi con storie francescane e sono opera dei riggiolari Giuseppe e Donato Massa.
Il progetto d'illuminazione é stato realizzato in collaborazione con le società Beghelli, Fibretec, Majorano, Sieme A&D, Targetti e con il supporto dell'architetto Enrico Guglielmo Soprintendente per i Beni Architettonici per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico.
Lo studio tecnico dell'ing. Bruno ha già realizzato nel 1995, l'illuminazione del presepe ligneo della Chiesa di Santa Maria in Portico, del teatro Metastasio di Prato e al progetto dei cinema Big, Happy e Med.