Edicole sacre

      Saranno cento, duecento, forse di più. Salvarle tutte sarebbe impresa ardua. Trascurate dalle amministrazioni comunali, fuori dall'interesse della Curia, nel tempo sono state abbandonate anche da chi le venerava. Parliamo di edicole votive, erette da Associazioni Cattoliche o da privati cittadini. Due consiglieri comunali ne hanno chiesto un censimento e il recupero. L'interrogazione dice: "per preservarle dall'azione corrosiva del tempo, per tutelarle dai vandali e inserirle nei circuiti turistici". Innegabile il valore storico. Spesso sono piccoli altarini, tabernacoli, colorate bacheche, con figure di Santi e Madonne sbiaditi. Percorrendo le strade e i vicoli del centro storico non è raro incontrarne. Alcune sono finemente curate con addobbi, fiori, lampade; altre abbandonate e annerite dal tempo e dal fumo dei falò accesi nei cassonetti della nettezza urbana. Molto curata è la cappellina dei pescatori, dove ogni anno si svolge la processione che partendo dal Santuario di Posillipo, raggiunge Mergellina. Pur essendo molto sentito il culto per questa forma di devozione, uno studio preciso sul numero delle cappelline presenti in città non è stato mai fatto.

      Molte di queste edicole sacre risalgono ai primi del '700, quando un padre domenicano, Gregorio Rocco, giunto a Napoli da Massa Lubrense, avuto sentore delle aggressioni notturne da parte di malviventi per la scarsa illuminazione, si presentò ai notabili di Corte e propose di installare agli angoli delle strade dei lumi a gas. Il tentativo di dare un minimo di luce alle strade era stato fatto da Carlo III ma con scarso successo perchè le lanternine da lui predisposte venivano sistematicamente distrutte dai lazzari. La spesa, s'impegnò il parroco, non sarebbe ricaduta sulle casse del Governo ma, ad occuparsene sarebbero stati i devoti della Vergine che erigendo delle edicole con le immagini della Madonna, nei pressi delle loro abitazioni, ne avrebbero curato l'accensione. Più tardi il Papa, Pio VI, con un suo rescritto concesse l'indulgenza a coloro che si fossero fermati a pregare davanti ad una cappellina. Ad alimentare i lumicini in un primo momento veniva usato l'olio di oliva, successivamente per fare economia quello di lentisco.

      Testimonianze molto più antiche si hanno dai ritrovamenti di Ercolano e Pompei dove sono venute alla luce bacheche dedicate a divinità pagane, poste agli ingressi delle case e delle ville.

      A differenza degli ex voto, le variopinte tavolette offerte ai Santi Protettori come segno di riconoscenza per lo scampato pericolo, le edicole sacre venivano edificate come testimonianza di fede e le persone del vicolo se ne prendevano cura. Durante i terremoti, la peste, il colera, l'eruzione del Vesuvio si ebbe un incremento di altarini e cappelline. Non occorreva autorizzazione comunale nè dell'autorità ecclesiastica ma, il parroco del quartiere benediva l'edicola sacra. A Palermo sono spesso poste nei crocevia. A Roma fanno bella mostra sugli angoli o all'interno dei palazzi.

      


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Napoli, 15/01/2013 ore: 14.01