Nel panorama ricco e variegato delle manifestazioni di arte,cultura e folklore della Campania un posto di prim'ordine spetta certamente alla festa del grano che si svolge ogni anno, il 16 agosto, a Foglianise, un paese di poco più di tremila abitanti in provincia di Benevento con una tradizione quasi millenaria.
La sagra è caratterizzata dalla sfilata dei carri in grano e paglia sapientemente intrecciati che riproducono facciate delle cattedrali più famose del mondo, di monumenti storici e dalla rappresentazione dei lavori nei campi. Nelle precedenti edizioni sono state realizzate delle vere e proprie opere d'arte, dalla torre Eiffel al Partenone di Atene,al duomo di Orvieto, alla Certosa di Pavia, alla Basilica di San Pietro a Notre Dame di Parigi, alla caravella Santa Maria. Una trentina, in media, i carri trainati da trattori e da buoi che partecipano al rito, preparati ed intarsiati con l'esile stelo di grano, in onore di San Rocco. La realizzazione di questi lavori è affidata a dei veri e propri "maestri" che utilizzano migliaia di metri di "trecce" di paglia.
La lavorazione dei carri entra nel vivo alcuni mesi prima del giorno della sfilata, ma l'impegno delle contrade dura tutto l'anno. In una prima fase si decide il soggetto, successivamente la progettazione grafica ed infine la realizzazione pratica. Per riprodurre la facciata di una cattedrale (spesso ricavata da una cartolina) il maestro deve preparare lo scheletro di legno dopo aver ridotto in scala il prospetto; su tale impalcato verranno poi incollate le "treccine", i chicchi o i fili di paglia con un gioco d'intreccio e di sovrapposizione veramente straordinario. I lavori costituiscono l'applicazione alla paglia di meccanismi che nel passato consentivano la creazione di oggetti di uso comune, come sedie, ceste, sporte, fiaschi; di lavori femminili come il tombolo, oppure degli splendidi bancali in seta che oggi sono divenuti veri e propri oggetti d'antiquariato. Un carro che raffigurava una donna durante l'allattamento di un bambino e sullo sfondo il logo della Fao, con la caratteristica spiga di grano e la scritta Flat Panis ha ottenuto una medaglia di bronzo durante le giornate mondiali della alimentazione di Roma.
L'intreccio delle stoppie di grano che raffigurava padre Pio al quale hanno lavorato una diecina di esperti per circa quattro mesi è stato presentato all'Exibition Place di Toronto, dove ha riscosso molto interesse in particolare presso la comunità campana residente in Canada.
Nata nel corso del Seicento come rito di ringraziamento per San Rocco, il santo liberatore dalla peste, la Sagra del grano si innestava, probabilmente su un'unica festa, sacra e pagana allo stesso tempo.
Dedicata a Cerere, signora della vita e della morte, delle nascite e dei raccolti che nell'antichità era molto venerata in quest'area, giustificherebbe il rito delle offerte propiziatorie accompagnate da manifestazioni popolari di ringraziamento. Successivamente, nel mondo cristiano, cambiano le divinità e le forme del rito - secondo il prof. Gianni Vergineo - ma rimane sempre profondamente sentita l'esigenza di mantenere un rapporto equilibrato ed armonioso con la natura. La raccolta del grano costituiva il momento del ringraziamento e la speranza di nuova fecondità. Il 15 agosto, solennità dell'Assunta e vigilia di San Rocco, era la giornata in cui si pagavano i tributi in natura alle istituzioni religiose proprietarie di grandi territori concessi in godimento ai contadini. I canoni in grano venivano consegnati dinanzi ai sagrati delle chiese dove i coloni usavano sistemare cereali e prodotti della terra in simulacri sormontati da insegne religiose.
A San Rocco il rito sarebbe stato dedicato in seguito alla pestilenza, del 1656, che dimezzò la popolazione in più parti dell'italia meridionale. Sembra che il morbo sia comparso per la prima volta nel mese di aprile a Napoli, portato da qualche nave proveniente da paesi del mediterraneo. In cinque mesi nella città partenopea ci furono oltre 400 mila vittime. Per scampare ad una malattia considerata a quel tempo incurabile, i superstiti si riversano nelle province interne, estendendo cosi l'epidemia. Particolarmente tragiche le conseguenze per la città di Benevento, che vide scendere la popolazione da 14.000 a 3.600 abitanti. A fare da concausa, il raccolto di grano eccezionalmente scarso registrato nell'anno precedente, con la conseguente carestia. Nel comprensorio vitulanese le scorte di grano nel mese di giugno erano già esaurite ed a luglio si registrarono i primi casi di peste, con circa settecento vittime a Foglianise e seicento a Torrecuso. Numerosi i morti anche a Cautano e Vitulano, mentre gli abitanti di Castelpoto restarono immuni dal morbo.
La mattina del 16 agosto di ogni anno, per le strade di Foglianise, tutte addobbate ai lati con foglie di grano sfilano i carri, preceduti dalle ragazze in costume tradizionale e con ceste ricolme di spighe di grano lavorate ad intreccio e i gruppi folkloristici.
A presenziare la sagra, che richiama migliaia di turisti nel paesino a pochi chilometri da Benevento, ci saranno delegazioni di Jelsi (Campobasso) Campolieto di Osimo (Ancona), Palmoli (Chieti), Gangi (Palermo) Isola della Scala e di Villamarzana (Rovigo) comunità nelle quali si svolgono analoghe manifestazioni.