Svettano nel museo all'aperto del centro antico, dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità intera, le tre Guglie dedicate a San Gennaro, San Domenico e alla Vergine dell'Immacolata.
La più antica è quella di San Gennaro Patrono della città, si erge in piazza Riario Sforza, fatta costruire dopo l'eruzione del Vesuvio del 1631 che provocò ventimila morti ai piedi del vulcano e, risparmiò la città di Napoli. Pare che durante una processione il Santo apparve ai fedeli benedicente i quali ricambiarono con la costruzione della Guglia.
Tre secoli prima, nello stesso slargo di via Tribunali fu rinvenuto durante uno scavo, un cavallo di bronzo. Alcuni ritenevano che l'equino facesse parte di una decorazione di un tempio pagano. Altri erano convinti che il cavallo era stato messo li da Virgilio. Alla fine, il cavallo fu prelevato e fuso e ne furono ricavate le campane per il vicino Duomo.
Al suo posto iniziarono i lavori per l'obelisco in stile barocco dedicato a San Gennaro affidati a Cosimo Fanzago (nella base fino a qualche tempo fa era conservato l'autoritratto dell'architetto, ora custodito nel Museo di San Martino). In alto la statua del santo in bronzo, è opera di Tommaso Montani.
Nel decumano inferiore, nella piazza omonima si trova sempre a forma di piramide, quella dedicata a San Domenico, i cui lavori furono ordinati subito dopo la peste del 1656 e finirono verso la metà del secolo successivo. I disegni sono di Francesco Picchiatti, con molti elementi decorativi, espressi in forme barocche. La costruzione fu affidata a Domenico Antonio Vaccaro. L'opera è in pietra di piperno e marmo giallo e grigio. Quattro mezze colonne reggono la base; quattro scudi rappresentano l'Ordine Domenicano, quello della casa di Spagna, della città di Napoli e del Vicere d'Aragona. Verso il basso il busto di un Santo domenicano; nel tondo di fronte all'ingresso della Basilica S.PIo V, nel tondo opposto S.Vincenzo Ferreri e negli altri due S.Margherita e S.Agnese; al centro si erge la statua di San Domenico.
La terza in ordine di tempo è la guglia dell'Immacolata, in piazza del Gesù Nuovo, fatta innalzare alla metà del diciottesimo secolo dal padre gesuita Francesco Pepe con le offerte del popolo. Le statue e le decorazioni sono di Francesco Pagano e Matteo Bottiglieri. Il progetto è di Giuseppe Genoino.In precedenza in quel punto c'era una statua equestre per Filippo V di Spagna, distrutta dal popolino, all'arrivo degli austriaci.
Alta 35 metri, la guglia dell'Immacolata, svetta al centro della piazza. In alto l'immagine della Madonna in rame dorata, ai piedi dell'obelisco statue e bassorilievi che rappresentano santi ed episodi della vita di Cristo legati alla Vergine.
L'immagine dell'Immacolata è venerata dall'intera cittadinanza. L'otto dicembre, con l'ausilio delle scale dei vigili del fuoco, viene reso un omaggio floreale alla Madonna presenti le massime autorità cittadine.