Palazzo Marigliano

      Nel decumano inferiore, a pochi passi dalla celeberrima strada dei pastori, uno dei tesori nascosti del centro storico: "Vanta la più elegante facciata rinascimentale di Napoli, anche se le sale interne non conservano quasi nulla della primitiva forma, perché rifatto in età barocca", cosi si esprime Roberto Pane, nel descrivere Palazzo Marigliano di Via San Biagio dei Librai, oggi sede della Soprintendenza archivistica per la Campania e dell' Istituto del Ministero per i Beni e le attività culturali.

      Il palazzo risale al 1512 su disegno dell'architetto cosentino Giovanni Donadio, detto il Mormando, che rifece e ampliò una costruzione già esistente.

      La facciata del palazzo originario, pur condizionata dalla stretta strada, era nella sua eleganza rinascimentale caratterizzata dalla sovrapposizione degli ordini architettonici su un alto basamento rettilineo in piperno, oggi compromesso dall'apertura d'alcune botteghe e dalla manomissione del portale, che era costruito da un'arcata trionfale tra le due colonne ioniche, tipicamente "mormandeo".

      Per quanto riguarda gli interni, il cortile con la scala a doppia rampa che termina in un'esedra neoclassica e il giardino pensile, gli interventi di restauro sono del 1759, nel venticinquesimo anno di regno di Carlo di Borbone, ad opera di Bartolomeo di Capua, ventesimo conte d'Altavilla, come si leggeva in un'epigrafe eliminata nel passaggio ai Marigliano che acquistarono il palazzo nella metà del secolo scorso.

      Nel 1942 l'affresco del salone delle feste fu bombardato e nel 1950 il duca di Marigliano, lo fece restaurare e ricostruire e vi fece scrivere su un lungo cartiglio (con molte inesattezze).

      In fondo al cortile un'iscrizione, con una scultura in bronzo che raffigura un'ancora, ricorda la morte nel 1916, di Don Pio Marigliano. La bella terrazza è stata depauperata dei busti neoclassici che attorniavano la balaustra fino a qualche anno fa, e lo sfondo del giardino pensile, decorato con delle pitture " à trompe l'oeil " è molto rovinato.

      Sui frontali delle finestre e sull'arco di marmo dello scalone, l'iscrizione "Memini" che esorta alla conservazione e al massimo rispetto della memoria per costruire, con la lezione delle vicende del passato, un consapevole futuro.


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Napoli, 18/01/2013 ore: 0.48