Miracolo di San Gennaro

La liquefazione del sangue
buono auspicio per la città

      Domenica 19 settembre alle dieci e otto minuti il sangue di San Gennaro si è sciolto tra il tripudio degli oltre tremila presenti nel Duomo di Napoli. Alle 8,30 il corteo con il discorso del Cardinale Giordano, dopo meno di due ore il prodigio della liquefazione ritenuto di buon auspicio per la città.

      In due ampolle, una di circa 60 cc. e l'altra molto più piccola, con sole macchie e piccoli grumi di sangue, rinchiuse in una teca d'argento con pareti di vetro, si conserva una piccola quantità di sangue di San Gennaro. La prima notizia del miracolo è del 1389. In quell'occasione si svolse una grande processione perchè il sangue coagulato s'era liquefatto. Da allora ogni anno, a date fisse e talvolta in particolari circostanze, si ripete la prodigiosa liquefazione.

      La reliquia normalmente è rinchiusa in una nicchia dietro l'altare maggiore della cappella del Tesoro, quando viene esposta alla venerazione dei fedeli, mostra nell'ampolla grande una massa dura di un rosso cupo, che ne occupa la maggior parte. Alla sera si rinchiude il reliquiario nella nicchia e all'indomani, più spesso, il contenuto si trova nuovamente coagulato; altre volte al contrario si trova liquido. Raramente, è restato liquido per mesi e anni interi come nel 1556-57 e nel 1647-48. Il fenomeno della liquefazione non richiede speciali condizioni per prodursi, si verifica con le più varie temperature: tra una grande folla o davanti a poche persone, oppure nel chiuso della nicchia.

      I napoletani traggono pronostici dalla fenomenologia della liquefazione del sangue avendo potuto rilevare in varie circostanze, attraverso la storia, una certa corrispondenza tra le modalità del miracolo e avvenimeni lieti o luttuosi della vita.

      Viaggiatori del passato hanno raccontato in libri e giornali questo eccezionale evento. L'abate de Sain-Non di passaggio per Napoli alla metà del settecento scriveva: All'apparire della piccola ampolla col sangue, le preghiere e la musica si raddoppiano per poi cedere il posto al più grande silenzio; e nel momento che l'arcivescovo prende il sangue tra le mani, tutti si mettono in ginocchio, dentro e fuori del palco. Un santo terrore s'impadronisce di tutta la folla, non si sente che sospiri e singhiozzi, la calma e l'attenzione di tutti è al massimo, nell'attesa del momento sospirato quando si produrrà il miracolo. Generalmente è di 8-10 minuti, ma se tarda più di tanto, la gente comincia a lasciarsi prendere da una furia incontrollabile, lacerandosi, strappandosi i capelli, come presi da una disperazione terribile per poi passare di colpo agli eccessi della gioia più sfrenata appena uno degli stessi lazzaroni grida è fatto..".

      All'eccezionale evento partecipano alti prelati e autorità cittadine. Un gruppetto di anziane beghine, definite nipote di San Gennaro, con espressioni colorite e disdicevoli invoca il Santo a compiere il miracolo.

      La scienza è divisa sul fenomeno. Il prof. Garlaschelli ritiene che nelle ampolle ci sia un particolare tipo di gelatina con caratteristiche tisotropiche, che si solidifica se lasciata a riposo in un recipiente e si scioglie non appena sia sottoposta a sollecitazioni esterne. Il prof. Geraci dell'Università di Napoli ritiene che si tratta di sangue vero : " Ci troviamo di fronte a un fenomeno complesso ma assolutamente naturale".

      


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Napoli, 15/01/2013 ore: 1.02