Il Monte di Pietà in via San Biagio dei Librai, nel decumano inferiore, fu istituito tra il 1597 e il 1605 per combattere l'usura e a tale scopo elargiva prestiti senza fine di lucro. In fondo all'ampio cortile dell'antico palazzo fu creata la Cappella che ha sculture coeve all'esterno e preziosi affreschi e stucchi all'interno. Ai lati dell'ingresso le statue della Carità e della Sicurezza di Pietro Bernini (1601). All'interno la volta riccamente affrescata da Belisario Corenzio aiutato da Battistello Caracciolo e Luigi Rodriguez (1601-1603) con il ciclo dei Misteri della Passione.
Sulla destra l'Assunzione di I.Borghese (1603), la Deposizione di Fabrizio Santafede (1601-1603). Sulla sinistra la Resurrezione di G.Imparato (1603). Nel soffitto della sacrestia la Carità opera di Giuseppe Bonito (1742). Nella sala delle cantoniere armadi intagliati in noce, angoliere e le pareti affrescate con i ritratti di Carlo di Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia. Sulla sinistra il gruppo in legno policromo con la Pietà di Michelangelo Naccherino.
Il pavimento della Cappella ad unica navata è in cotto e maiolica, datato fine settecento. Nell'oratorio la tela di Giuseppe Bonito che rappresenta l'Opera del Monte della Pietà: una figura simbolica di donna che reca nelle mani una cornucopia dalla quale piovono gemme e monete su una folla di donne, vecchi e fanciulli.
Il Sacro Monte di Pietà, come si chiamava inizialmente, fu voluto da alcuni nobili napoletani per venire incontro al popolo indigente spesso costretto a rivolgersi a usurai per piccoli prestiti. Acquistato il palazzo da Girolamo Carafa i filantropi lo affidarono all'architetto Giovan Battista Cavagna che ne curò la ristrutturazione, creando in fondo al cortile la Cappella scrigno di molte opere d'arte. L'ampio edificio, all'altezza di San Gregorio Armeno la strada dei presepi, è di proprietà del Banco di Napoli.