Ti fischiano le orecchie dopo un concerto, dopo una serata in discoteca? Non ti preoccupare. Secondo il National Institute of Health americano il volume troppo alto della musica danneggia solo temporaneamente la sottilissima membrana che ricopre l'interno dell'orecchio, causando disturbi all'udito che spariscono nel giro di 24 ore. Ma, se come spesso accade, nell'arco di una giornata il fastidio non scompare, conviene rivolgerti ad un medico otorino.
Si calcola che nella popolazione priva di difetti uditivi un soggetto su dieci soffre o ha sofferto di acufeni, quel fastidioso disturbo costituito da rumori che sotto diversa forma (fischi, ronzii, fruscii, crepitii, soffi, pulsazioni) si originano all'interno del corpo umano o dell'apparato uditivo.
Le affermazioni di alcuni medici: "Per gli acufeni non esiste una terapia" oppure "Lei non ha nulla di grave, se ha un fischio se ne infischi...". Sembrano in parte superate.
Le nuove metodiche ed apparecchiature sono in grado di registrare l'attività delle cellule uditive sensoriali, possibile sede di origine degli acufeni e risalirne alle cause.
I disturbi possono derivare da microdanni a livello delle cellule cocleari privi di alcun significato dal punto di vista della funzione uditiva, generati da patologie dell'articolazione temporo-mandibolare o alterazioni della postura di entità tale da necessitare un appropriato trattamento per prevenire o attenuare alterazioni funzionali. Molto frequenti stati di ansia e depressione che possono essere conseguenza o concausa dell'insorgenza dell'acufene.
La comparsa dei fruscii spesso dipende dal silenzio. La maggior parte di questi fastidi si avvertono di notte in una stanza da letto ben isolata. La persistenza dell'acufene dipende poi dal significato che gli viene attribuito ma anche dal contrasto che crea con l'ambiente acustico uditivo; in una strada con molto traffico o in opifici rumorosi il ronzio è mascherato.
In molti casi è sufficiente un trattamento riabilitativo dell'acufene su base neuro-psicologica e comportamentale senza necessità di supporto farmacologico. Data la mancanza di strutture specialistiche e di personale specificamente indirizzati allo studio ed al trattamento degli acufeni, è sorta da qualche anno un'associazione (A.I.R.S.) che ha costituito un gruppo di ricerca scientifica mirata sui meccanismi bio-fisici, psico-neurologici e neuro-biologici che provocano l'insorgere del disturbo e ne regolano l'evoluzione, la stabilizzazione e l'enfatizzazione nel tempo.
I protocolli riabilitativi sono rivolti a modificare attivamente la "reazione" del soggetto alla presenza di acufeni e a ridurre l'intensità del disturbo aumentandone la tollerabilità anche mediante l'ausilio di dispositivi acustici quali micromiscelatori o sorgenti di suoni naturali. La TRT (Tinnitus Retraining Therapy) costituisce, se condotta da personale specializzato, la metodica base di tale intervento ed è uno dei punti cruciali dei programmi AIRS.
Responsabile e coordinatore medico del programma il prof. Giancarlo Cianfrone, presidente dell'Airs e ordinario di audiologia presso la facoltà di medicina e chirurgia dell'università degli studi di Roma, La Sapienza.
Risultati conseguiti, secondo le stime dell'Airs su 1000 pazienti, 800 hanno ottenuto la riduzione o la scomparsa totale del disturbo. Tali risultati non sono temporanei, ma consolidati e verificati dopo sei-dodici mesi di terapia.
La segreteria scientifica dell'Airs si trova in viale Cesare Pavese 304 Roma, tel. e fax 0650510797.
Il Centro acufeni Via Lorenzo il Magnifico 34 Roma: tel. 0644251941.