Nuova luce Sui Templi Di Paestum

      Una mostra e un convegno, hanno riportato in auge i Templi di Poseidonia. La mostra, allestita all'interno del Museo Archeologico, illustra attraverso foto, pannelli, oggetti antichi, filmati dell'Istituto Luce in modo inedito e curioso alcuni dei momenti della storia di Paestum e dei suoi Templi e le tecniche impiegate nell'impegnativo progetto di restauro. Il convegno al quale hanno partecipato esperti nazionali e internazionali, ha posto a confronto gli interventi di restauro dei più rilevanti esempi dell'architettura templare della Grecia antica e della Magna Grecia.

      "Tenendo viva la prassi seguita finora - ha detto la sovrintendente per i Beni archeologici Giuliana Tocco Sciarelli - é sembrato giusto ed opportuno presentare, non solo agli esperti ma anche al pubblico, con una nuova esposizione l'intero intervento sui tre templi dorici, gli aspetti salienti della metodologia applicata, i risultati più indicativi conseguiti per la conoscenza dell'architettura templare greca in generale e di quella dei templi di Paestum in particolare, il trattamento finale della superficie lapidea e la restituzione finale dell'immagine dei tre monumenti".

      "Nelle finalità del lavoro - ha dichiarato Marina Cipriani, direttore degli scavi e del Museo - si sono sommate la necessità di preservare i templi dal degrado, di cui sono state analizzate le cause, e quella di delineare, a partire dalle loro strutture residue, le basi informative di una maggiore e rinnovata conoscenza dei monumenti, anche attraverso l'apporto di diverse discipline e competenze"

      Il restauro, durato dieci anni, finanziato con fondi Fio e proventi del gioco del Lotto, ha costituito un'occasione unica per studiare le tecniche di lavorazione antiche. Il complesso lavoro, iniziato con il Tempio di Atena o Cerere é proseguito con la Basilica e, infine con il tempio di Nettuno.

      Durante i lavori sono stati identificati i segni di numerosi strumenti utilizzati: dalla grande sega per il taglio dei blocchi, al trapano a corda utilizzato per la decorazione ad ovoli dell'arenaria e per l'inserimento di alcune guttae sull'architrave del tempio di Nettuno. Molti particolari architettonici (ad esempio la scanalatura della colonna) erano rifiniti solo dopo la messa in opera. Scoperti i colori, dal costosissimo blu egizio, al blu e rosso. Anche il trasporto e posizione dei blocchi erano operazioni delicate e complesse: le lastre sovrastanti l'architrave della Basilica e del tempio di Nettuno mostrano integro un arcaico sistema per la movimentazione; si tratta di due tenoni ricavati nel volume stesso del blocco, intorno cui erano passate le corde per il sollevamento. Sono state identificate sedi scavate nella pietra per alloggiare i vincoli metallici di collegamento tra i blocchi e sedi per l'inserimento della travatura delle coperture in legno.

      "In Campania abbiamo uno dei più grandi patrimoni culturali del mondo - ha dichiarato il presidente della Regione Bassolino - Disponiamo del maggior numero di siti riconosciuti dall'Unesco. Su Paestum-Velia, sulla Reggia di Caserta, sulla Certosa di Padula, su Pompei-Ercolano, sui grandi musei abbiamo investito oltre 300 milioni di euro. In quest'opera di valorizzazione si inserisce anche la prossima illuminazione notturna di Paestum, dopo Pompei e la Reggia di Caserta. Con l'istituzione della ArteCard, che consente di accedere al sistema museale e archeologico della Campania, é possibile viaggiare su tutta la rete dei trasporti pubblici. Sono stati collegati i cinque siti dell'Unesco e ulteriori 45 tesori artistici dell'intera regione. Infine con il metrò del mare, si possono raggiungere e ammirare le perle del golfo di Napoli e di Salerno, fino al Cilento".


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Napoli, 23/01/2013 ore: 0.14