Nel Castello Baronale di Acerra
Sculture e dipinti su Pulcinella
Furbo e semplicione, pigro e attaccabrighe, pieno di bonomia e di malizia un misto di cinismo e causticità goloso, ladro talvolta, ma con tanta naturalezza da sembrare di voler esercitare un diritto; un umore sempre uguale, spensierato ed ottimista.
Dal miscuglio di tutto questo salta fuori il personaggio Pulcinella, maschera nel mondo. Acerra, suo paese natale, ha voluto dedicare alla maschera, una mostra divisa in varie sezioni. Acerra e Pulcinella; il vestito, la maschera e il corno, il presepe, i santi e Pulcinella; la piazza e il teatro; le guarattelle; Pulicinella e i padroni.
Vestito originariamente con il costume degli abitanti del contado napoletano(camiciotto bianco, stretto in vita su larghi pantaloni) con cappello bianco a cono, maschera di cartapesta nera, bastone a spatola, variò in seguito il suo aspetto fino a deformarsi nelle tele del Tiepolo ed assumere lineamenti marcatamente grotteschi, come la gobba, il naso adunco e il mento prominente piegato verso l'alto.
Le origini di questa maschera si fanno risalire alle favole atellane del IV secolo a. C. In Pulcinella sono infatti riuniti i caratteri di personaggi osci: quali Maccus, Bucco e Pappus.
Altra versione è quella che ritiene che il nome di Pulcinella trarrebbe origini dal nome di un attore che impersonava, tale Paolo Cinellim, un buontempone che per nascondere una macchia sul viso, celava il volto con una maschera di cuoio. Vissuto ai tempi dei d'Angiò, questo attore grosso ubriacone, fu ingaggiato da una compagnia. Ci si accorse però che tutti ridevano non tanto per lo spettacolo quanto per l'andatura barcollante dell'attore spesso ebbro. La tesi più verosimile sulla derivazione del nome Pulcinella è quella dell'appellativo di una maschera romana del terzo secolo detto Puliconus, vale a dire "pieno di pulci". A meno che il nome non derivi da "pullicinello", ossia pulcino, come sostengono i più, il che avvalorerebbe la versione della somiglianza della maschera al Maccus osco, la cui caratteristica era di imitare il verso stridulo ed il passo saltellante dei gallinacei.
Della maschera napoletana, rappresentata in molti quadri, alcuni esposti nella mostra di Acerra, conservati in pinacoteche italiane e straniere, si sono occupati Voltaire, Diderot, Swift, Goethe, Cimarosa, Strawinski, Debussy.
La prima volta che si ritrova Pulcinella in un lavoro letterario è nel " viaggio di Parnaso " di G. C. Cortese. Nel XVI secolo la commedia napoletana già annoverava tra i suoi personaggi tale maschera. Pulcinella è passato sui palcoscenici attraverso i secoli nell'interpretazione degli attori che lo hanno impersonato, dal Sodano al Fiorillo, dal Petito a Eduardo de Filippo.
Nel dizionario napoletano-toscano del d'Ambra del 1873, c'è una poesia dialettale che sembra voler racchiudere in sintesi le caratteristiche svariate e molteplici di Pulcinella. " Pulcinella è furbo... Pulicenella è triste.... Pulicenella è smocco... Pulecenella è chiunzo o pure frabutto."
La mostra con ingresso gratuito, è aperta tutti i giorni dalle 9,30 alle 12,30.