Seborga, Principato Con 300 sudditi

      Batte moneta, emette francobolli, ospita rappresentanze diplomatiche estere, possiede targhe automobilistiche. Ci troviamo nel territorio della Riviera dei Fiori, nell'estremo ponente ligure, dove Seborga, Principato di trecento abitanti, guardia nella garitta e vessillo con l'emblema della monarchia, delimita il confine di Stato con l'Italia. Quattordici km quadrati, con al centro il vecchio castello a quattro torri (Castrum Sepulcri).

      La capitale, l'omonima Seborga, meno di 5 chilometri quadrati, è amministrata dal comune con sindaco e giunta. I sudditi, 320 per l'esattezza, su una popolazione di 2000 frontalieri, che arrivano dai comuni limitrofi per la gestione dei negozi di souvenir e di ristorazione. Il popolo sovrano con 304 voti favorevoli e 4 contrari, nel 1995 ha confermato il principe reggente Giorgio I, in carica dal 1963. La florida economia si regge sulla floricoltura e turismo.

      L'incantevole località a 522 metri d'altitudine, circondato dal territorio della provincia di Imperia, spazia sulla costa francese da Mentone alla coté azzurra. E' protetta, alle spalle dal monte Caggio, su un colle che divide il rio Sasso dalla vallata di Vallebona e Borghetto S.Nicolò, uscita autostrada Bordighera.

      Seborga, è divenuto principato nel 1079. Secondo le notizie, custodite gelosamente dal governatore del Principato, quando l'Italia fu unificata, il piccolo Stato, non fu ammesso al nostro Paese. Da quel momento si sono succeduti i vari regnanti, governando nella massima indipendenza.

      Nel centro storico ultramillenario della capitale, si svolgono le maggiori attività amministrative e commerciali. Nella piazza, il Palazzo del Governo, le delegazioni estere, la Chiesa, la zecca e la banca. L'officina per la coniazione delle monete fu istituita il 24 dicembre del 1666. L'appalto fu concesso dal principe abate Cesare Barcillon a Bernardino Bareste di Mougins. Chiusa nel 1688, dopo la protesta del re di Francia, il 23 aprile del 1995 è stata riaperta dal Principe Giorgio I, all'anagrafe Giorgio Carbone di 70 anni, avvalendosi di un diritto mai abrogato. L'unità monetaria è il Luigino del valore pari a sei dollari Usa ed ha corso legale. Il vecchio Luigino veniva, all'epoca, cambiato per un valore pari ad un quarto del valore attribuito al Luigi francese. Le monete coniate in oro e argento portano da un lato l'effige di San Benedetto con l'iscrizione Decus ert ornamentum ecclesiae, dall'altro uno scudo sormontato da una corona fiorita, fra due rami di palma, una mitra abbaziale con incisa, la data e l'iscrizione Monasterium Lerinense princeps sepulcri congregationis cassinensis.

      La storia. Nel 400 si chiamava Castrum Sepulcri, nel 600 Sepulcri Burgum, poi Serporca o Castello dei 4 bastioni e, infine Seborga. Inizio anno 1000 fu consacrato Principato del sacro romano impero. Dal 1118, dopo che San Bernando di Clairvaux istituì a Seborga i primi nove cavalieri del tempio, il Principato divenne l'unico Stato Sovrano Cistercense sino al 20 gennaio del 1729, anno in cui fu acquistato da Vittorio Amedeo II, con atto stipulato a Parigi: atto mai registrato né dal Regno sardo, né dalla casa sabauda. Con il trattato di Aquisgrana del 1748 Seborga non entrò a far parte della repubblica di Genova, cosi come non passò, dopo il congresso di Vienna del 1814, al regno di Sardegna. Nel 1861 non fu accluso al regno d'Italia e godette fino al 1946 del diritto di “Nullius Diocesis”, né c'è menzione nel 1946 che il territorio del Principato è assegnato alla costituente che ha formato la repubblica italiana.

      Giorgio I regna da 42 anni. All'unanimità è stata votata, dal popolo sovrano, la nuova Costituzione del Principato, gli “Statuti generali”, i suoi “Regolamenti” e accettati i 15 Ministri, che hanno sostituito i precedenti, decaduti per dimissione in base ai nuovi dettami costituzionali. Il 20 agosto, festa di San Bernando. S.A.S. Giorgio I, procede all'investitura dei suoi Cavalieri.

      Nell'attesa del riconoscimento ufficiale, la targa automobilistica SB, può circolare solo all'interno del minuscolo stato, per l'espatrio bisogna munirsi della targa IM (Imperia) apponendo sul lato sinistro SB. Stesso discorso per il Luigino che si può cambiare alla “Cassa dei Cavalieri” e spendere nei due ristoranti, l'unico bar e nei negozi di souvenir del Principato. Giorgio I rivendica la sua autonomia: “Il Principato mai è entrato a far parte del Regno d'Italia e quindi neanche della Repubblica, considerando che il diritto internazionale non ammette usucapione, abbiamo diritto alla nostra indipendenza”.

      Seborga vanta la prima monarchia costituzionale del mondo, risalendo al 954, governata da Abati, prima Benedettini, poi Cistercensi, eletti “Principe pro tempore”, quindi di diritto e non per discendenza, “può conferire titoli onorifici e nobiliari in forza di riconoscimenti papali e imperiali”.

      L'amena località si trova sulla Genova/Nizza a poca distanza dal Principato di Monaco. I turisti possono acquistare i rari francobolli, le monete numismatiche. Le vecchie targhe automobilistiche, sostituite nel 2000, sono diventate pezzi di antiquariato. I fiori, coltivati in abbondanza, sono esportati in tutto mondo. Rinomate la mimosa e la ginestra di cui la varietà più tardiva porta il nome di “Seborghina” in omaggio al Principato dei Fiori, com'è comunemente ricordato il piccolo reame.


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Napoli, 23/01/2013 ore: 15.48