Napoli sotterranea

Greco-romana

      Basta scendere a trenta quaranta metri di profondità, nel cuore di Napoli, in Piazza San Gaetano per ritrovare i primi manufatti che risalgono a circa cinquemila anni fa, quasi alla fine dell'era preistorica. I greci, successivamente, prelevarono da queste cave i materiali tufacei per la costruzione della fortificazione della Neapolis del IV secolo a. C. lasciando sulle pareti monogrammi e graffiti. Continuarono i romani che costruirono in epoca augustea un grandioso acquedotto che riforniva la città, Pompei e i Campi Flegrei. Per rendere suggestiva la passeggiata i soci dell'Associazione Napoli Sotterranea fanno assistere a una simulazione del funzionamento dell'acquedotto, attivo fino al secolo scorso quando è stato realizzato il nuovo acquedotto di Napoli. La passeggiata nel ventre della città attraversa via Anticaglia, con i due teatri romani, uno coperto l'altro all'aperto in cui si esibiva Nerone, via Tribunali, San Gregorio Armeno, Spaccanapoli.

      Le cavità sotto San Gaetano sono di grande interesse, come le altre disseminate nel ventre della citta, una rete di collegamenti che attraversa l'intera città. La suggestione è grande e ripaga di qualche passaggio a prova di dieta per andare a scoprire le cisterne di quei grandi ingegnieri idraulici che furono i romani. Strisciando, trattenendo il fiato, alla luce d'una candela, si arriva ad una cisterna e le guide fanno assistere ad una simulazione del funzionamento dell'acquedotto imperiale.

      La visita è possibile in qualsiasi momento, dietro prenotazione al al numero 081296944.

      

Scavi di 2500 anni

      Nel sottosuolo del nuovo centro cittadino sono presenti tutti quei materiali (pozzolana, lapilli e tufo giallo) indispensabili per l'edilizia, per questo Napoli, fin dall'inizio della sua storia nel ventre sotterraneo ha avuto a disposizione quella riserva naturale cui attingere per le costruzioni. Gli scavi si fanno risalire a 2500 anni prima di Cristo e sono costituiti da alcune calette ipogeiche del tipo detto "a forno" ritrovate in vico Neve a Materdei, da catacombe da passaggi pedonali, gallerie, articolatissimi acquedotti e infine si notano sui muri i segni lasciati dai napoletani che si rifugiavano nelle grotte durante i bombardamenti.

      Solo negli ultimi 40 anni si è staccato quel cordone ombelicale che univa le due città, ma ancora oggi il sottosuolo conserva dipinte, scolpite e graffite nelle sue viscere quelle pagine di storia, che hanno fatto grande la Napoli di superficie.

      Il sottosuolo oggi, anche se abbandonato, è comunque una realtà storica ed archeologica e va quindi conosciuto.

      Le visite sono possibili il sabato e la domenica alle ore 10, 12 e 18, partendo dal bar Gambrinus. Eventualmente si possono fissare appuntamenti per gruppi alla Libera associazione escursionisti del sottosuolo via S.Teresella degli Spagnoli, 24 tel. 081400256.



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Napoli, 23/01/2013 ore: 15.28