Inaugurato il Museo del tesoro di San Gennaro. Nelle tre sale, poco più di duecentotrenta metri quadrati, sotto la sacrestia del Duomo sono state raccolte tutte le opere di notevole importanza, rimaste finora chiuse nei caveau delle banche. Tra queste i sedici busti del XVI secolo, di cui uno ornato da pietre preziose. Due candelabri alti 2,15 che pesano, ognuno 250 chili. Vista la consistenza di questo patrimonio artistico-religioso saranno organizzate anche rassegne da esporre in Italia e all'estero.
Nella nicchia dietro l'altare si conserva il busto del Santo in argento che racchiude parte delle ossa del cranio e la teca del sangue, commissionato nel 1304 da Carlo d'Angiò agli orafi di corte Eienne, Godefroy, Guillaume de Verdelay e Milet d'Auxerre. Un'opera ben diversa da tanti busti gotici sparsi nei musei d'Europa. Si raffigura, infatti, il volto del Santo con le orecchie a sventola. Il colore del metallo dà un senso all'epiteto di faccia gialluta, rivolto dal popolino al Santo quando non si decide a fare il miracolo.
Nelle bacheche del Museo fanno bella mostra oro, argenti, diamanti e dipinti di inestimabile valore che raccontano la vita e la devozione dei regnanti per il Santo. Di incomparabile bellezza il collare seicentesco; la mitra con 3328 diamanti, 198 smeraldi e 168 rubini; il calice in oro del Settecento con 586 brillanti e rubini offerto da Ferdinando IV di Borbone; la croce con 13 brillanti e 13 rubini, donata da Carlo di Borbone; un'altra croce con 63 diamanti, dono della regina Amalia; una croce con 64 rose d'Olanda, 4 smeraldi e 248 brillanti, offerta dalla regina Cristina di Savoia; una croce con 160 brillanti e 6 zaffiri, regalata da Maria Carolina d'Austria; una croce di crisoliti a filigrana con brillanti e diamanti, donata da Vittorio Emanuele II; un'altra croce in smeraldi e brillanti offerta nel 1806 da Giuseppe Bonaparte, anch'egli corso appena asceso al trono, ad omaggiare San Gennaro. La posside d'oro con 932 tra brillanti, rose, zaffiri e smeraldi, regalata da Ferdinando II delle Due Sicilie, l'ostensorio di Maria Teresa d'Austria, il calice di PIo IX, un altro calice di Francesco II tutti incastonati di pietre preziose. Infine i tanti doni offerti dai napoletani di ogni ceto che hanno dato vita nel tempo a quell'eccezionale complesso di arredi argentei, ex voto e gioielli.
Il Tesoro è ben protetto con sistemi di sicurezza molto sofisticati. Il museo, è arricchito con strumenti audio-visivi con percorsi fonici. Negli anni scorsi fu girato un film su un ipotetico furto nella Cappella del Tesoro, suscitando non poche preoccupazioni e proteste da parte dei fedeli di San Gennaro.