Galleria dei Miracoli
Un patrimonio di inestimabile valore socio-culturale ignorato fino a qualche decennio fa è rappresentato dalle oltre quattromila tavolette di "ex voto" catalogate nella chiesa della Madonna dell'Arco, sulla strada che da Napoli porta ai Comuni vesuviani. La parte più antica e preziosa della raccolta risale al Cinquecento: sono 688 esemplari, 542 dei quali su legno e 146 su carta.
Su alcuni, brevi annotazioni in latino, o in una mescolanza di lingue assai vicina al latino per lessico e costruzione. Tutti sono in perfetto stato di conservazione, nonostante l'usanza dei fedeli di inchiodare i quadretti alle pareti del tempio.
Le navate di molte altre chiese dell'Italia meridionale brulicano di queste ingenue pitture che raffigurano disgrazie miracolosamente evitate per l'intervento di un santo. Vi si scorgono muratori che precipitano da altissime impalcature, meccanici che stanno per essere inghiottiti da complicati ingranaggi, bambini caduti nell'acqua bollente; in un angolo del quadretto c'è il Santo protettore nell'atto di impedire l'irreparabile.
Nei primi esemplari, gli artigiani chiamati a rappresentare la scena dello scampato pericolo si servivano di assi di legno di noce o pioppo; poi passarono nel Seicento, al castagno e all'ulivo o all'abete, quando la tavoletta serviva solo da supporto alla carta da dipingere.
La pittura nei primi tempi era a tempera, eseguita direttamente su legno o su una imprimitura fatta di gesso e colla. Più tardi compaiono le tavolette a olio; nell'Ottocento alcuni "ex voto" sono dipinti su vetro.
La Galleria dei miracoli, come è stato definito il museo del Santuario della Madonna dell'Arco, possiede più di quattromila tabelle votive rigorosa mente selezionate. Si parte dalla sezione "fatti giudiziari" dove sono raggruppati dipinti ispirati alla cronaca nera, alla vita all'interno delle carceri, alla tortura, alla condanna a morte. La camorra, piaga di sempre in questa zona e altre forme di violenza del passato sono raccolte sotto l'etichetta "calamità pubbliche". Seguono scene di "vita marinara", "voli segreti", "incidenti agrari". Le più numerose sono le tavolette sui miracoli, con gli infermi e i loro parenti nell'atto di implorare la grazia.
Accanto al malato il medico allarga le braccia in segno di resa. Mentre in città il fenomeno si è spento, nella provincia molti fedeli offrono ancora quadretti votivi. Spaccanapoli, San Biagio dei Librai, San Gregorio Armeno sono le strade dove si può ancora trovare un bravo pittore.
Nel laboratorio di don Peppino Ferrigno sono in mostra una decina di ex voto. "Nei giorni scorsi - dice don Peppino - venne nel mio negozio un uomo col braccio bendato: era stato ferito in un conflitto a fuoco e si era salvato per un fulmineo intervento della Madonna. Aveva giurato di non toccare mai più un'arma in vita sua e di offrire alla vergine un dipinto. Quando l'uomo venne a ritirare l'opera e si sbottonò la giacca per estrarre il portafogli ebbi un tuffo al cuore. E questa pistola ? gli domandai. "Ci ho ripensato don Peppì. Quest'arma io non la tengo per me, la tengo per i miei nemici, che non sono devoti alla Madonna".